ARGENTO

 
CARATTERISTICHE
L'argento è l'elemento chimico nella tavola periodica che ha simbolo Ag  (dall'abbreviazione dal greco àrghyros, da una radice indoeuropea che significa “lucente”) e numero atomico 47.  I suoi principali minerali sono il solfuro (Ag2S: argentite e acantite), il cloruro (AgCl cerargirite) e alcuni solfuri  doppi  come  AgCuS   (stromeverite), Ag3SbS3 (pirargirite) e Ag3AsS3 (proustite); si trova inoltre allo stato nativo in piccole quantità in giacimenti superficiali. È un metallo di transizione tenero, bianco e lucido; l'argento è il migliore conduttore di calore ed elettricità fra tutti i metalli, e si trova in natura sia puro che sotto forma di minerale. L'argento è un metallo molto duttile e malleabile, appena più duro dell'oro, con una lucentezza metallica bianca che viene accentuata dalla lucidatura,ovvero il processo attuato per rendere lucida la superficie di un oggetto, in modo tale che il corpo in questione brilli di luce riflessa. . Ha la maggiore conducibilità elettrica tra tutti i metalli, superiore persino a quella del rame che però ha maggiore diffusione per via del minore costo. L'argento puro, tra i metalli, ha anche la più alta conducibilità termica, il colore più bianco, la maggiore riflettanza della luce visibile (povera invece nel caso della luce ultravioletta) e la minore resistenza all'urto. Gli alogenuri d'argento sono fotosensibili e l'effetto prodotto su di essi dalla luce è alla base della fotografia analogica (cioè su pellicola e carta chimica). L'argento è stabile nell'aria pura e nell'acqua pura, ma scurisce quando è esposto all'ozono, all'acido solfidrico o all'aria contenente tracce di composti dello zolfo. Nei suoi composti l'argento ha numero di ossidazione +1.
Volume atomico (cc/mol): 10.3
Raggio covalente (pm): 134
Raggio covalente: 89 (+2e) 126 (+1e)
Calore specifico (@20°C J/g mol): 0.237
Temperatura di fusione (kJ/mol): 11.95
Temperatura di ebollizione (kJ/mol): 254.1
Numero della negatività di Pauling: 1.93
Energia di prima ionizzazione (kJ/mol): 730.5
Conduttività termica: 429 W/m·K @ 300 K
Stati di ossidazione: +1 (più comune), +2 (meno comune), +3 (meno comune)
Struttura del reticolo: Cubico a facce centrate
Costante del reticolo (Å): 4.090
CENNI STORICI
L’argento è stato scoperto  5000 anni fa dai Sumeri, i  primi ad averlo adottato come materiale d’uso sociale con la produzione di vasellame e materiale di utilizzo funebre.
Questo prezioso metallo che si caratterizza grazie all’alta malleabilità e duttilità, lo ritroviamo nel ‘600 a.C. , non più utilizzato solo nell’abbellimento delle camere funerarie, ma anche  nel settore economico per la produzione di monete. In Lidia, regione antica dell’Asia Minore occidentale, inizia a essere coniato e si va ad affiancare all’oro.
Il contagio fu rapido e capillare, e la circolazione della nuova moneta si estese fino ad Atene, la quale nella metà del VI secolo a.C. ottenne il primato nella coniazione di monete d’argento.
Fu però la grande Roma a donare al prezioso metallo grandi onori e importantissimi ruoli. Nel 270 a.C. Roma adottò l’argento come moneta poiché riuscì ad attingere abbondanti quantità di minerale nelle miniere di Sardegna e di Spagna conquistate nei secoli precedenti. Diventando moneta di un impero immenso, fu conosciuto in ogni provincia romana comprese le più remote. Si presentava così al mondo intero, nonostante questo gli fosse costato già 3000 anni di storia. I secoli che seguirono furono segnati  da importanti cambiamenti nella costituzione economica della società: la svalutazione dell’argento dovuta all’eccessivo aumento della sua presenza nell’economia e la crescente semplificazione dell’amministrazione commerciale, portò a una forte smonetizzazione dell’argento e ad una sua breve sparizione dalla vita sociale.
Successivamente il metallo riprende vigore grazie al suo coinvolgimento in altri settori della vita pubblica ovvero in quello sacro, nell’arte e per impreziosire abitazioni dei ricchi.
Ritroveremo le monete d’argento solo nel VIII secolo nel denaro carolingio e grazie all’afflusso di argento dalle miniere del Tirolo della Carinzia e della Boemia, in Italia si arrivò alla coniazione del Grosso: moneta di Milano argentea, coniata per la prima volta all’epoca di Bernabò Visconti (1354-1378). Con  la scoperta dell’America e con essa anche  delle ricchissime miniere del Potosi in America centrale, tonnellate d’argento arrivarono nei porti spagnoli e portoghesi. L’argento veniva scambiato con i facoltosi banchieri dei Paesi Bassi che riuscirono a sfruttare il momento favorevole per accumulare immense ricchezze. I conquistadores spagnoli, ignoranti e rozzi, si diedero all’edificazione di grandi palazzi e allo sperpero di denari, per mostrare al mondo la ricchezza che aveva dato loro l’avere scoperto quelle terre selvagge. Non si resero conto che la loro vera ricchezza era costituita dall’argento che,invece, stavano ponendo nella mani dei banchieri ebrei che continuavo a concedergli prestiti illimitati in cambio del raro minerale. Le navi ormai non approdavano più nei porti spagnoli poiché la merce proveniente dalle americhe doveva subito intraprendere la rotta dei Paesi Bassi. Fu la crisi e la fine dei conquistadores.
La disponibilità di argento in Europa diminuì dopo il 1620 poiché una parte del metallo estratto restava in America e il ghiotto mercato asiatico iniziava a solleticare i commercianti europei che cominciarono ad acquistare merci di lusso dall’Est.
Negli ultimi secoli l’impiego dell’argento ha subito una nuova evoluzione: partito come abbellimento delle camere funerarie e divenuto poi moneta di scambio, modellato per creare utensili per le abitazioni dei ricchi, raggiunge nel XIX, con l’avvento della rivoluzione industriale l’utilizzo nel settore elettrico e chimico. Una storia lunga e importante è quella che ha contraddistinto l’argento e che lo rende ancora più prezioso poiché sulle sue spalle porta l’evoluzione stessa dell’economia mondiale ma anche quella nel campo dell’oggettistica domestica di lusso.
 
 
COMPOSTI
Le soluzioni acquose dei sali di argento monovalente contengono lo ione Ag+ idratato, che ha una grande tendenza a fungere da accettore formando ioni complessi molto stabili con leganti inorganici come gli ioni CN-, Br-, SCN-, SH-, e con leganti organici: si formano solitamente specie bi-, tri- o tetracoordinate.
L'ossido di argento (Ag2O), nero, insolubile in acqua, si ottiene in forma idrata dalle soluzioni di sali di argento con alcali; per riscaldamento al di sopra dei 200°C circa si decompone negli elementi.
Gli alogenuri, e in particolare il cloruro (AgCl), bianco, e il bromuro (AgBr), giallognolo, sono insolubili in acqua e negli acidi ma solubili nei cianuri, nei tiosolfati e in ammoniaca. Il bromuro e, in minor misura, il cloruro e lo ioduro (AgI), per la loro proprietà di venire rapidamente ridotti a metallo annerendo per azione delle radiazioni anche visibili, vengono largamente impiegati nella preparazione di emulsioni per pellicole, carte e lastre sensibili per uso fotografico.
Il solfuro di argento (Ag2S), nero, insolubile in acqua e negli acidi non ossidanti, è tra i composti più stabili dell'argento.
Il nitrato di argento (AgNO3), che è anche il più importate composto di argento, viene ottenuto per azione dell'acido nitrico sul metallo. È un sale molto solubile in acqua, che fonde a 212°C e si decompone al di sopra dei 400°C, e viene impiegato per preparare la maggior parte dei composti dell’argento oltreché per le sue proprietà disinfettanti.
Il solfato (Ag2SO4), abbastanza solubile in acqua, è molto stabile, mentre il carbonato (Ag2CO3), ottenibile come precipitato giallo, si decompone in ossido e anidride carbonica già intorno ai 200°C.
L’azoturo di argento (AgN3), sale dell'acido azotidrico (HN3), e il fulminato (AgCNO), sale dell'acido fulminico (HCNO), se perfettamente secchi sono altamente esplosivi e vengono impiegati per inneschi (detonatori).
 
APPLICAZIONI
TECNOLOGIA:
FOTOGRAFIA: Quando si sottopone un alogenuro d'argento, composto chimico formato da argento più un alogeno,  all'azione della luce, la radiazione assorbita gli cede l'energia necessaria per scindere il legame tra l'alogeno e il metallo. Il deposito di argento così formato è tanto più denso quanto maggiore è l'intensità dell'illuminazione ed è quindi possibile ottenere con una camera oscura un'immagine negativa del soggetto inquadrato. Tale annerimento diretto dell'alogenuro, detto effetto print-out, è stato il primo metodo utilizzato per ottenere delle immagini agli albori della fotografia, ma aveva l'inconveniente di richiedere tempi di posa lunghissimi. Fin dai primi tempi della fotografia, però, si scoprì casualmente che non era necessario attendere la formazione di un'immagine visibile sul materiale sensibile: anche dopo una breve esposizione era possibile, con un opportuno trattamento chimico, ottenere un'immagine perfettamente formata. In effetti anche nel corso di un'esposizione molto breve si verifica la fotolisi del bromuro di argento in misura tale da formare un'immagine debolissima, non visibile a occhio nudo (immagine latente), ma sufficiente per provocare un'alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche dell'emulsione. Trattando questa con particolari sostanze (rivelatori) si ottenne la formazione dell'immagine visibile, che risultava costituita da un insieme di granuli d'argento originati dalla riduzione dei singoli cristalli di alogenuro. Sono questi che conferiscono all'immagine la caratteristica struttura granulosa. Nell'effetto print-out l'energia necessaria per la  riduzione dell'alogenuro ad argento metallico è fornita interamente dalla radiazione assorbita dall'emulsione, mentre nel secondo caso la radiazione cede solo la piccola quantità di energia necessaria alla formazione dell'immagine latente. Il rivelatore fornisce in un secondo tempo la quantità di energia necessaria per portare a termine il processo, con un effetto di amplificazione di circa un milione di volte. Dopo la formazione dell'immagine occorre allontanare l'alogenuro d'argento rimasto inutilizzato (fissaggio), oppure renderlo insensibile alla luce (stabilizzazione). Il trattamento di un moderno materiale fotografico in bianco e nero richiede quindi un bagno di sviluppo e uno di fissaggio, cui si interpone un lavaggio o un bagno di arresto, e un lavaggio finale prima dell'asciugatura. Con i procedimenti accennati si ottiene sempre un'immagine negativa rispetto all'originale usato per la ripresa o la stampa. È possibile ottenere direttamente delle immagini positive mediante un procedimento di inversione nel corso del quale si distrugge l'immagine negativa e se ne forma una positiva utilizzando l'alogenuro d'argento non impressionato nel corso dell'esposizione. La distruzione della negativa avviene per mezzo di un bagno di sbianca che, nel colore, ha anche la funzione di liberare i coloranti dal deposito opaco d'argento che li maschera. Il sempre crescente aumento del costo dell'argento ha portato, da un lato, una notevole diffusione dei procedimenti di recupero di questo dai bagni di fissaggio, che possono contenere diversi grammi d'argento per litro, e, dall'altro lato, ha favorito lo sviluppo di procedimenti nuovi o non tradizionali. Poiché i materiali a sviluppo cromogeno consentono il recupero totale dell'argento, sono state introdotte pellicole a sviluppo cromogeno anche in bianco e nero.
FARMACIA:
 L'argento colloidale è un rimedio universale e pressoché privo di effetti collaterali per la cura di numerose malattie. Si è dimostrato che agisce contro i batteri (per esempio stafilococchi e streptococchi), i virus e i funghi (per esempio il saccaromiceto Candida albicans). Gli bastano pochi minuti per uccidere tutti questi agenti patogeni.
La cosa interessante è che di solito i batteri “utili” all’organismo umano presenti nell’intestino crasso vengono risparmiati, dato che l’argento colloidale viene riassorbito al più tardi nell’intestino tenue, per via ematica o linfatica. Tuttavia in alcuni casi è auspicabile che l’argento colloidale agisca nell’intestino crasso.
 L’argento colloidale può essere usato anche nelle malattie le cui cause sono ignote o non del tutto conosciute. Nel frattempo ne sono stati descritti gli eccellenti effetti relativamente a parecchie centinaia di quadri clinici, con uno spettro d’azione enorme.
Dopo una lunga pausa durante la quale l’interesse per l’argento e per l’argento colloidale era fortemente scemato, da alcuni anni la ricerca in questo campo è tornata molto attiva. La scienza ha ripreso ad occuparsi nei più vari settori delle proprietà terapeutiche di questo metallo, confermando anche con nuovi metodi i risultati e le esperienze del passato.
 L’impiego dell’argento colloidale è stato sperimentato in varie malattie, fra cui numerosi disturbi agli occhi, alle vie respiratorie, alla pelle, all’apparato locomotore e al sistema nervoso. Se si pensa che un antibiotico (farmaco contro le infezioni batteriche) o un antimicotico (farmaco contro le micosi) ad ampio spettro è sempre in grado di uccidere solo una parte degli agenti patogeni e può facilmente dare origine a resistenze, l’uso dell’argento rappresenta un enorme vantaggio. Un antibiotico agisce solo contro una piccola quantità di agenti patogeni diversi e mai contro i virus. Inoltre l’argento colloidale è praticamente privo di effetti collaterali, mentre le sostanze chimiche ne possono avere molti e anche gravi. 
 L’argento colloidale può essere usato nella terapia ma anche nella prevenzione delle malattie, dato che sostiene e alleggerisce il sistema immunitario.
Alla base del principio, di recente riscoperto, della medicazione delle ferite con impacchi o cerotti d’argento c’è il medesimo principio su cui si fonda la medicazione con l’argento colloidale. Oltre alla sulfadiazina d’argento, introdotta nel 1968, oggi vengono usate soprattutto compresse e fasciature che rilasciano ioni argento.
Oltre a svolgere un’azione antinfiammatoria, gli ioni argento favoriscono la formazione di nuovo tessuto epiteliale e accelerano la cicatrizzazione. Nella fase iniziale della guarigione il tessuto ferito assorbe più argento che in quelle successive, probabilmente perché il tessuto sano (epitelio) costituisce una parziale barriera per l’argento. La sua azione qui è dunque doppia, dato che la protezione dalle infezioni dopo un’ustione è di estrema importanza. Probabilmente l’argento colloidale agevola la produzione di cellule indifferenziate destinate a sostituire quelle invecchiate o danneggiate. È verosimile che questo accada per via di un’influenza positiva esercitata dagli ioni argento sulla morte cellulare programmata (apoptosi).
In studi sperimentali si è constatato che l’argento stimola anche la formazione di proteine particolari, le cosiddette metallotioneine, nelle cellule epiteliali. Queste proteine servono a disintossicare l’organismo da metalli pesanti come il cadmio e il mercurio e favoriscono la cicatrizzazione.
 Già dal 1900 circa la lamina ricavata dall’argento sterile viene spesso impiegata nella medicazione delle ferite (dopo l’oro, l’argento è il metallo più duttile e può essere lavorato fino ad ottenere lamelle di 0,0027 millimetri di spessore). In tal modo si evitano eccessive perdite di liquido e si agevola la formazione di nuovo tessuto. Ma in caso di ustioni e scottature prodotte da un liquido bollente è inoltre fondamentale prevenire le infezioni da agenti patogeni, e anche qui l’argento in lamina o in forma colloidale fornisce un importante contributo. È stato il dott. William Halstead (1852–1922), uno dei padri della chirurgia moderna, a rendere popolare l’uso della lamina d’argento nella medicazione. Questo principio è stato sfruttato intensamente fino alla Seconda guerra mondiale, dopo di che hanno preso il posto gli antibiotici, ma da qualche anno sta rotornando sotto forma di compresse e cerotti rivestiti d’argento. Per la medicazione antimicrobica umida si trovano in commercio bende idrocolloidali come presidi farmaceutici, la cui efficacia dipende tra l’altro dal rilascio di ioni argento nella ferita.
MERCEOLOGIA:
L'argento è impiegato in lega con rame oro e zinco in oreficeria e nella produzione di monete.
FONTI UTILIZZATE:
·         Wikipedia
·         Informazioni d’Oro
·         Treccani.it
·         Chimica-Online

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